Lo conosciamo tutti. In questo periodo probabilmente ne avrete già mangiati un sacco. Può avere un carattere duro o al contrario morbidissimo. Il suo nome deriva dal verbo latino torrere che sta ad indicare la tostatura della frutta secca che lo costituisce. Il suo cuore è composto da miele, mandorle, zucchero e albume d’uovo. Vengono poi aggiunti in base ai gusti e alle versioni nocciole tostate , pistacchi e arachidi. Non è raro vederlo ricoperto da due strati d’ostia. Sarà l’euforia glicemica da zuccheri, sarà l’atmosfera e il contesto in cui viene consumato ma il solo vederlo evoca nelle persone ricordi e sensazioni felici e rilassanti. Davanti a un camino o con le luci dell’albero di natale che fanno da sfondo, il resto lo fa il suo sapore. Non so voi, ma per me le feste iniziano nel momento in cui viene esposto nelle bancarelle o nei mercatini di Natale, e il primo a festeggiare credetemi, sarà il nostro palato… buone feste a tutti. Questo ed altro su Instagram @juri_spankhmayer_bassani