“Questa del ‘Ponte generazionale’ è una
misura che serve ai lavoratori. Con questa misura chi è in
procinto di andare in pensione può ridurre l’orario di lavoro
senza ritrovarsi penalizzato, perché interviene la Regione
Lombardia, con un contributo che permette al lavoratori di
versare gli interi le quote previdenziali, avendo così l’intera
pensione e permette ai giovani di avere la possibilità di
entrare nel mondo del lavoro attraverso questa staffetta
generazionale”. Lo ha spiegato il presidente della Regione
Lombardia Roberto Maroni, partecipando, insieme all’assessore
regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea, a
Varese, alla firma dell’Accordo fra Regione Lombardia e Unione
Industriali della Provincia di Varese per l’attivazione di un
progetto in materia di ‘Ponte Generazionale’.
QUINTO ACCORDO – “Questo è il quinto accordo che sottoscriviamo
con le associazioni di categoria del territorio – ha fatto
sapere il presidente -. È una misura su base volontaria, una
misura che funziona e che serve ai giovani per trovare lavoro,
prendendo il posto di quei lavoratori anziani cui manca poco
alla pensione e che accettano di ridurre l’orario di lavoro per
lasciare posto ai giovani”.
ASSUNTE MISURE STRUTTURALI – “Come Regione Lombardia – ha
precisato l’assessore Aprea – abbiamo assunto tutta una serie di
misure, ormai strutturali, a favore dei disoccupati, degli
esodati e dei giovani, come la ‘Dote Unica Lavoro’ e la
‘Garanzia Giovani’. Peraltro questa misura del ‘Ponte
generazionale’ ricalca quanto sta avvenendo a livello nazionale,
dove il ministro Poletti chiede di introdurre la flessibilità e
favorire il lavoro giovanile ed è quello che stiamo facendo qui
in Lombardia, perché, con il ‘Ponte generazionale’, abbiamo
favorito l’incontro tra generazioni a saldo occupazionale
positivo, perché, per un lavoratore che lascia, c’è un giovane
che andrà al suo posto, affiancandolo e sfruttando la sua azione
tutoriale e la sua esperienza per crescere”. (Ln)