“Nel Programma di sviluppo rurale
2014 le domande per la semina su sodo, cioè la misura 214, sono
state 36, mentre 402 quelle pervenute per la minima lavorazione,
per 21.600 ettari e risorse complessive per 5,5 milioni di
euro”. La sintesi dei finanziamenti per l’agricoltura blu, che
vede la Lombardia coinvolta nel progetto ‘Life and Soil’ con la
Macroregione agricola del Nord e investimenti per circa 3
milioni di euro, la fa l’assessore all’Agricoltura della
Lombardia Gianni Fava, intervenendo al Centro Fiera del Garda di
Montichiari (Brescia) alla giornata di studio di Condifesa
Lombardia Nord-Est sulla ‘Agricoltura conservativa: dalla teoria
alla pratica. Folta la partecipazione, con circa 300 persone
provenienti da 10 regioni italiane.
PSR, OCCORRE VIA LIBERA PER FAR PARTIRE BANDI – L’agricoltura
blu sarà sostenuta anche nella nuova programmazione, assicura
Fava. “Abbiamo previsto un contributo di 240 euro all’ettaro per
la semina su sodo – anticipa – e 55 euro per la minima
lavorazione, che può contare anche su un premio aggiuntivo di
150 euro per ettaro”. Semmai, sul Programma di sviluppo rurale
non si è ancora risolta la questione dell’autorizzazione. “Oggi
sono stati licenziati a Bruxelles i primi otto Psr in Europa –
ha detto Fava – e lunedì scriverò formalmente al ministro
Martina, perché la Lombardia è l’unica Regione in Italia che ha
già concluso la procedura ma purtroppo non ha ancora ricevuto il
via libera dall’Unione europea perché c’è la tentazione di
adeguare la scadenza sull’autorizzazione dei Psr a giugno. Non
possiamo accettarlo, perché significherebbe perdere la
possibilità di emanare i bandi anche nel 2015”. Oltretutto,
spiega Fava, “rispetto ad altre Regioni che non hanno utilizzato
tutte le risorse del Psr 2007-2013 e che possono impiegarle in
questa fase, la Lombardia non le ha più, in quanto le ha già
assegnate in maniera virtuosa per il 99,75 per cento”.
INNOVAZIONE DA SOSTENERE – Quanto al tema dell’agricoltura
conservativa, l’assessore lombardo ribadisce che “tutto ciò che
è innovazione è finanziabile, purché ci siano i requisiti. Anzi,
sulla meccanizzazione ho fatto anche un passo in più, per
allargare il tema della finanziabilità alle aziende
agromeccaniche, perché le imprese agricole più piccole non sono
in grado di fare investimenti sulla meccanizzazione agricole e
ricorrono ai contoterzisti, che riescono a innovare, ma devono
poter partecipare ai bandi. Le logiche corporative non ci
portano lontano”. (Ln)