“Per beneficiare di fondi per
recuperare beni da destinare ad attivita’ di multifunzione –
dall’agriturismo, all’alloggio alla fattoria sociale e didattica
– occorre essere imprenditore agricolo prevalente. Perche’ i
fondi sono per lo sviluppo rurale, se estendessimo il beneficio
anche a soggetti non agricoli non sarebbe possibile finanziarli
con il Psr”. Lo ha spiegato l’assessore regionale
all’Agricoltura Gianni Fava, che oggi ha partecipato al
confronto “Food policy e cascine: l’eredita’ di Expo al suo
territorio”.
OLTRE 90 MILA CASCINE IN LOMBARDIA – All’incontro sono
intervenuti Franco Iseppi, presidente associazione ‘100
cascine’, Alessandro Balducci, assessore all’Urbanistica e
all’Agricoltura del comune di Milano, Elena Jachia, Fondazione
Cariplo, oltre a rappresentanti dei distretti agricoli – tra cui
Andrea Falappi Distretto Agricolo Milanese – Dinamo Davo, Riso
e Rane. In Lombardia ci sono oltre 90 mila cascine. Solo 55 mila
sono quelle attive, 35 mila quelle in disuso, mentre sono 5
milioni le abitazioni abbandonate in Italia ( dati Legambiente).
Sono 600 gli ettari di terreno agricolo di proprieta’ del comune
di Milano.
RECUPERO PIU’ RURALE CHE ARCHITETTONICO – “La multifunzione
nell’ambito del quadro normativo comunitario – ha ribadito Fava
– prevede che esista come presupposto l’azienda agricola perche’
si possa accedere ai fondi”. “Non sono d’accordo sul fatto che
non ci siano risorse – ha aggiunto Fava – perche’ ci sono, sono
quelle del Psr che finanziano le cascine in ambito
multifunzionale. Domani esce il bando ad hoc, tra l’altro”.
Bene, dunque, “mantenere la vocazione agricola degli edifici, e
solo in mancanza di cio’, puntare a preservare il recupero
architettonico e rurale. Ma non possiamo farlo con fondi della
ruralita’. Priorita’ e’ recupero agricolo degli spazi rurali, anzi
dal punto di vista della legislazione comunitaria il recupero
deve essere piu’ rurale che architettonico. La cascina in ogni
caso a quello e’ finalizzata. Edifici destinati ad altre finalita’
– come quelli che comprano un’azienda agricola ma fanno altro,
la spezzettano, e l’affittano a soggetti diversi – tolgono
identita’ a quella cascina, a cui va restituita una funzione
agricola”.
SENZA SOGGETTO AGRICOLO NIENTE FONDI DA PSR – “Un conto e’ la
battaglia di principio perche’ si pongano in essere regole per
recuperare questi edifici, altra cosa e’ riuscire a finanziarli –
ha detto in conclusione l’assessore lombardo – . Se manca il
presupposto della ruralita’, se manca il soggetto agricolo che
gestisce quel bene, non e’ finanziabile con fondi del Psr. Una
norma regionale che agevoli e incentivi il recupero e’
plausibile, ma non la possiamo certo finanziare”. “Regione
Lombardia, mostrando ancora una volta attenzione al tema
ambientale, e’ stata antesignana rispetto alle norme finalizzate
alla riduzione del consumo di suolo e alla riqualificazione del
suolo degradato, grazie anche alla legge 28 novembre 2014, n.31.
Per preservare il valore e la tradizione del paesaggio rurale
occorre alimentarne l’innovazione favorendo la
multifunzionalita’, affinche’ si possa tornare a vivere la
campagna con i suoi valori unici e autentici”. (Lnews)