Gli allevatori e i produttori di latte
del Lodigiano lamentano una crisi, profonda, del settore. La
strada per uscirne l’ha tracciata questa mattina l’assessore
regionale all’Agricoltura, Gianni Fava, nel corso di una Tavola
rotonda moderata dal direttore del “Cittadino” Ferruccio
Pallavera.
SERVE UNA MAGGIOR ORGANIZZAZIONE – “Serve una migliore
organizzazione” secondo Fava che ha anche ribadito come “Questa
sia una delle aree del pianeta a piu’ forte vocazione
lattiero-casearia alla quale non corrisponde pero’ un’adeguata
remunerazione della materia prima”. L’obiettivo dunque e’ quello
di ridurre il prima possibile questo gap, acuito anche da scelte
non perfettamente corrette. Sono tante le proposte emerse,
alcune piu’ praticabili e altre meno, ma nessuna puo’ prescindere
dallo stabilire “una linea comune con il Governo”.
LE RESPONSABILITA’ DEL TERRITORIO – Anche il comparto pero’ deve
farsi parte attiva in questo percorso di crescita. Anzitutto
“indicando la modalita’ piu’ corretta per immaginare il settore
non fra 6 mesi, ma fra 3 anni. I soldi ci sono, ma serve un atto
di responsabilita’ del sistema che ci dica come e’ meglio che
siano usati”.
IL COMPITO DELLE ISTITUZIONI – Rispondendo a chi gli chiedeva
cosa potesse fare la Regione, l’assessore ha risposto che “La
domanda non e’ tanto cosa puo’ fare la Regione, ma cosa non puo’ e
non deve fare la Regione”. “Il pubblico quando fa bene il suo
mestiere – ha detto Fava – stabilisce regole e mette a
disposizione risorse. Tocca poi al mondo dell’impresa farci
sapere quello che vuole. Serve un nuovo marchio? Dovete dircelo
e noi vi aiutiamo. Non puo’ essere il contrario”.
160 MILIONI A DISPOSIZIONE DELLE FILIERE – Fava ha dunque
ricordato ai numerosi agricoltori presenti che la Regione ha gia’
messo a disposizione 160 milioni di euro sul capitolo delle
filiere. “E’ una misura specifica del Psr con la quale cerchiamo
di creare una situazione di omogeneita’ su tutto il territorio
regionale dove oggi invece scontiamo realta’ molto diverse. Ci
sono territori piu’ organizzati e altri meno organizzati per
quanto riguarda la trasformazione. E il deficit organizzativo lo
possiamo colmare solo facendo investimenti. Noi mettiamo a
disposizione le risorse che vengono pero’ subordinate ad accordi
di filiera. Gli imprenditori devono quindi coinvolgere gli
allevatori e i produttori del primario che sono quelli che oggi
stanno pagando dazio, anche se normalmente gli imprenditori lo
considerano un fastidio”.
I CONTROLLI – Quello dei controlli sul latte importato e’ stato
un altro dei temi caldi emersi durante la mattinata. Fava ha
pero’ sgomberato subito il campo da equivoci chiarendo che i
controlli “ci sono e sono costanti”, ma soprattutto ha spiegato
che non sono state rilevate anomalie sui campioni analizzati se
non quelli ungheresi. La situazione e’ gia’ stata segnalata.
LA PROMOZIONE – Agli allevatori che gli chiedevano di farsi
portavoce di una campagna ‘forte’ di comunicazione sul tema,
Fava ha ricordato che “questa e’ una competenza che ha preso il
ministro Martina, che ha fatto partire una campagna promozionale
che e’ stata pero’ bloccata da una sentenza del Tar del Lazio che
ha accolto un ricordo degli animalisti e dei vegani perche’ non
si puo’ dire che e’ meglio il latte vaccino”.