VINITALY: LOMBARDIA PADIGLIONE DEL BIOLOGICO

“Quello lombardo sara’ il padiglione del biologico una volta per tutte, visto che fino a ieri eravamo un po’ la Cenerentola; il tema della biodiversita’ e’ molto sentito, cosi’ come quello del territorio. Pur non essendo il primo bacino in termini di produzione il nostro e’ il territorio piu’specializzato”. Cosi’ l’assessore regionale all’Agricoltura e’intervenuto questa mattina, nel corso della Conferenza Stampa di presentazione del Padiglione Lombardia a Vinitaly 2018, commentando numeri e tendenze del settore.

PATRIMONIO DI BIODEIVERSITA’ – Un patrimonio di biodiversita’ gia’al top in Italia, il lombardo, e in ulteriore costante crescita grazie alla riscoperta e alla reintroduzione di preziose varieta’autoctone. Un inarrestabile incremento delle superfici vitivinicole coltivate secondo i dettami dell’agricoltura biologica. E una serie di azioni nel segno della sostenibilita’ambientale destinate a rappresentare una preziosa eredita’ per il futuro.
E’ un biglietto da visita decisamente green quello con cui le aziende vitivinicole lombarde si presenteranno alla 52ª edizione di Vinitaly 2018, il Salone internazionale del vino e dei distillati che si terra’ a Verona dal 15 al 18 aprile. La valorizzazione di un territorio unico per varieta’ di climi, ambienti e terroir rappresenta infatti un carattere distintivo della viticoltura regionale, la quale all’interno del Padiglione Lombardia sara’ rappresentata da oltre 200 produttori.

IL BOOM DELLE PRODUZIONI BIO – Accanto alla valorizzazione della biodiversita’, si e’ assistito negli ultimi anni anche a un vero e proprio boom della viticoltura biologica. Se nel 2010 gli ettari destinati a questo tipo di produzione o in conversione erano 908, nel 2017 hanno raggiunto in Lombardia quota 1.751 ettari, con un incremento del 93%. A far la parte del leone, la provincia di Brescia, prima a livello regionale con 522,5 ettari a biologico e 504 ettari in conversione. Seguono la provincia di Pavia, con 259 ettari a bio e 378 in conversione, quella di Mantova (rispettivamente 34,5 e 20,8 ettari), quella di Bergamo (rispettivamente 7,6 e 10,4 ettari), quella di Sondrio (rispettivamente 2 e 8,7 ettari). Chiudono Lecco, con 0,3 ettari a bio e 2,2 ettari in conversione, Milano con 0,6 ettari bio e Varese, con 0,1 ettari a bio.

TANTI PRODOTTI UNICI E DIFFERENTI – “Leggendo questi dati c’e’gia’ una componente di successo – ha rilevato l’assessore all’Agricoltura – visto che dal 2010 al 2017 abbiamo raddoppiato la produzione di biologico. Cosi’ dimostriamo che c’e’una tendenza a cercare questo prodotto sul mercato. Le politiche intraprese nell’ambito del nostro Psr hanno incentivato questa attivita’. A coronamento di questo trend e’ la dedica del premio Cangrande alla prima azienda che ha fatto il biologico in Franciacorta, la Barone Pizzini. Luoghi dove si e’ investito tanto e anche noi abbiamo investito con il piano d’area. La sfida e’ stata vinta, la qualita’ continua a aumentare.
Il padiglione Lombardia resta il piu’ ambito nonostante fino a qualche anno fa la reputazione dei vini lombardi non fosse la stessa di oggi. Vince la formula di un territorio che spinge per una comunicazione che non deve essere unica, il concetto di “vini di Lombardia” non era percorribile. Ci sono tante declinazioni di un prodotto che si e’ dato un obiettivo, di mantenere un livello qualitativo molto alto, e di conseguenza, la reputazione”.

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